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LA MAIOLICA DI MONTELUPO



Montelupo è stato un centro di produzione ceramica fin dall'epoca medievale. Ancora oggi l'immagine dei suoi  piatti o dei vasi, nota in tutto il mondo, si rifà a stili e decori che risalgono al Medioevo e al Rinascimento. L'età d'oro, la stagione cioè di massima fortuna di Montelupo come centro di produzione ceramica per tutta l'area fiorentina, si colloca fra il XIV e il XVI secolo.
Se il far ceramica è un'attività primordiale nella storia dell'uomo, poiché legata alle necessità di vita quotidiana, dall'altro offre un interessante spaccato della cultura, del gusto e della storia politica ed economica di chi l'ha prodotta. Nel caso di Montelupo il legame ed il riferimento non può non essere che con Firenze.
La storia di Montelupo è fortemente determinata dalla sua ubicazione territoriale: da un lato la posizione nella valle dell'Arno, ricca di depositi argillosi, elemento indispensabile per la produzione ceramica, dall'altro la vicinanza di Firenze, importante e ricco centro urbano, contraddistinto da una raffinata e facoltosa borghesia mercantile, che ha reso Montelupo un importante centro di produzione ceramica a livello europeo.

La committenza

I vasai di Montelupo rifornivano le case e le mense della società fiorentina, delle grandi famiglie nobili e borghesi come: Medici, Pucci, Strozzi, Antinori, Fioravanti. Ma l'oggettistica s'indirizzava anche a soddisfare i bisogni di grandi Enti, come farmacie, ospedali, conventi, si pensi alle potenti istituzione di San Marco, Santa Maria Novella, Santa Maria Nuova.
Boccali, piatti, vasi, modellati e decorati a Montelupo, hanno percorso le vie dei grandi mercati d'Europa, raggiungendo in particolare la Francia, l'Inghilterra, l'Olanda. In seguito, famiglie di vasai originarie di Montelupo, sollecitate dalla crisi economica che nel Seicento coinvolse il Granducato, andarono a lavorare all'estero impiantando proprie fornaci in altre città europee, per impreziosire le case e le mense delle famiglie borghesi. Da sempre infatti la ceramica è stata uno status simbol, espressione della ricchezza e dello stato sociale e quindi ricercata e apprezzata.
Attraverso lo studio della produzione ceramica di Montelupo, la ricostruzione delle sue fasi storiche e delle vicende delle principali famiglie di vasai (ne sono state identificate circa 50, con oltre 800 ceramisti), si può ricostruire la storia politica, economica e del costume dello stato fiorentino, dall'espansione di Fiorenza al declino del Granducato.
La ceramica, impreziosita da lavorazioni raffinate e complesse, diviene lo specchio della ricchezza delle grandi casate toscane. Nei fastosi banchetti, organizzati secondo un preciso rituale, la realizzazione scenografica dei piatti e la loro elaborata presentazione costituiscono un motivo di orgoglio indiscutibile. In occasione dei matrimoni fra i giovani delle più importanti casate si ordinavano a Montelupo interi serviti da mensa, costituiti da centinaia di pezzi, secondo una particolare unità di misura detta "a credenza" (duecento pezzi circa).

Le tipologie

La produzione ceramica di Montelupo è caratterizzata prevalentemente da maiolica di tipologie diverse: le stoviglie da cucina resistenti al fuoco ma prive di decorazione; i serviti da mensa, dalle forme semplici e ricorrenti nei secoli, ma con molteplici stilemi decorativi; i contenitori da dispensa per conservare oli, vino e granaglie, in epoche in cui il frigorifero era solo futuribile, ma anche contenitori per spezierie e farmacie; gli oggetti devozionali e decorativi e le piastrelle per abbellire lussuose residenze e luoghi pii.
Una produzione che testimonia come la ceramica abbia sempre avuto la doppia funzione d'uso domestico e decorativo.

La decorazione

Le scelte decorative sono mediate da influssi e contatti che attraverso Firenze, la via Francigena, Pisa e le rotte mediterranee, più attive di quanto si pensi, giungevano fino a Montelupo: Particolare fonte d'ispirazione erano i decori geometrici e fitomorfi d'origine ispano moresca, di quella grande tradizione ceramica, che dall'oriente attraverso le rotte degli arabi e la rielaborazione iberica avevano attraversato tutta l'Europa.
L'impianto decorativo si organizza prevalentemente intorno ad un elemento centrale, il fondo del piatto o la pancia della brocca, che divengono punti focali, dedicati a stemmi, sigle, figurazioni, paesaggi, volti; attorno un intrecciarsi di decorazioni geometriche e fitomorfe, foglie, frutti, e fiori in prevalenza.
Le scelte e le intensità cromatiche sono invece determinate dall'evoluzione delle tecnologie, l'abilità cioè nell'uso dei minerali di base, rame, manganese, cobalto, per ottenere, verdi, marroni, blu.

Le fasi

Dopo una prima fase detta arcaica (1290-1330), caratterizzata da decorazioni sommarie, ispirate al mondo vegetale in verde ramina e bruno manganese si passa al periodo d'oro della produzione di Montelupo, contraddistinto da: maioliche "italo-moresche", la "famiglia verde", dal colore verde-bruno predominante nelle decorazioni, la "famiglia floreale gotica", con motivi a penna di pavone e ricchi ornati vegetali di gusto gotico; la "famiglia a zaffera", che prende il nome dall'uso dello smalto cobalto cupo su fondi chiari (dal persiano el-safra, cobalto); le lavorazioni "a grottesca", ispirate alle coeve figurazioni rinascimentali; le serie a nastri, le decorazioni a palmette persiane o ad occhio di pavone.
Ma la produzione più caratteristica e curiosa è senz'altro quella seicentesca degli "arlecchini", personaggi appartenenti al mondo popolare, contadino, trasposizione grottesca dell'immaginario figurativo della commedia dell'arte. Si tratta di figure interpretate in tono caricaturale, curiosi pulcinella, arlecchini, briganti e spavaldi soldati, dipinti in modo compendiarlo con pennellate vivaci e colorate su fondi accesi. I personaggi popolano l'intera superficie dei piatti, che hanno forme elementari, senza decorazioni geometriche che li incorniciano al contorno. In un'epoca di crisi economica e di progressivo impoverimento dell'attività delle fornaci gli "arlecchini" rappresentano la trasposizione guascona e scanzonata, non priva di tristezza, dell'interpretazione della vita e del quotidiano.
Nella produzione di Montelupo è testimoniata anche la fase di ricerca imitativa della porcellana, che ha contraddistinto il Settecento, stoviglie e vasellame in maiolica, dalle forme elementari, rivestite da ingobbi e vernici biancastre, tentativi artigianali di una produzione che presupponeva altri tipi di lavorazione e che avrebbe caratterizzato di lì a poco altri territori toscani.

Sta in: www.artex.firenze.it

Approfondimenti sul sito www.ceramicatoscana.it :

Montelupo, produzioni antiche, museo virtuale della ceramica

Generi decorativi della ceramica Montelupina